IL KATA ALLENA LA MENTE MA ANCHE IL CORPO

Pubblicato da Francesco Persico in Arti marziali · 2 Gennaio 2022
Almeno nel karate si parla tanto e spesso dei kata. Kata si, kata no. Servono, non servono.
 

Personalmente, in questo lungo e faticoso percorso ho constatato che, almeno per me, nello shotokan la pratica dei kata, per le sue posizioni e per il suo vigore, è uno degli stili più faticosi. Pur quando essi siano brevi, l’intensità che si richiede per una corretta esecuzione è molto alta.
 

Una delle cose che negli ultimi periodi ho avuto modo di esplorare è la capacità di mettere in correlazione la mente con il corpo. Questo può avvenire quando si è consolidato lo schema mentale e corporeo del kata. Quindi non si è più concentrati sullo schema, avendo superato tale stadio.
 

In molte discipline sportive (vedi anche il karate sportivo, nel combattimento) la gestualità è ridotta all’osso e di conseguenza anche l’attività mnemonica. Cosa che nel karate “tradizionale”, proprio perché si studiano e si allenano molti kata, la gestualità corporea e mentale è messa a dura prova.
 

Come il principio dello yang e dello yin, lo scambio di attività tra la mente è il corpo è continuo. Creando di fatto una circolarità tra il duro e il morbido, tra contrazione e decontrazione.
 

Se si riflette attentamente, lo studio con le sue materie, iniziando dalle scuole primarie, è solo l’attività cerebrale che è attiva, mentre il corpo resta fermo. Quindi lo studio e l’allena-mente dei kata in tutte le fasce di età aiuta quel processo di rigenerazione fisica che mentale.
 

Credo che il continuo allenamento dei kata faciliti l’apprendimento in ambito scolastico e rafforza la prestazione della mente anche in ambito lavorativo, dove si richiede capacità elaborative.
 

In questo continuo scambio, avvengono ulteriori processi di adattamento corporei quali: postura, coordinazione, respirazione, forza, rapidità, riflessi, comprensione delle tecniche e sopra tutto la scoperta di sé stessi e dei propri limiti.
 

Infatti, come diceva il Maestro Gichin Funakoshi, il karate non si pratica solo nel dojo (palestra) ma, in agni ambito della propria vita sociale e che i kata vanno allenati tutti i giorni, affinché questo continuo scambio tra la mente e il corpo non vada sciamando per poi essere perduto.
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